mercoledì 23 novembre 2016

LA LEGGENDA DELLA BORA, VENTO DI TRIESTE







Tratta da un testo dell’autrice Edda Vidiz.



C’era una volta Eolo, Signore incontrastato dei venti, che amava viaggiare per il mondo assieme ai suoi adorati figli:
tra questi, la sua preferita era la giovane e capricciosa principessa Bora.

Un bel giorno giunsero su un verdeggiante altopiano che scendeva ripido verso il mare, e Bora si allontanò per andare a giocare con le nuvole. Dopo un po’, incuriosita, entrò in una caverna dove avvenne l’incontro con l’umano eroe Tergesteo, un Argonauta che era appena tornato dall’impresa del Vello d’Oro: fu amore a prima vista, e i due giovani vissero in quella grotta sette giorni di travolgente e tempestosa passione.
Quando Eolo si accorse che la sua figlia prediletta era sparita, preoccupato decise di andare a cercarla.
Dopo giorni di disperate ricerche finalmente la trovò e, vedendola abbracciata a Tergesteo, si infuriò a tal punto che si avventò contro l’umano scagliandolo con violenza contro le pareti della grotta finché  l’eroe rimase a terra, privo di vita. Il padre ordinò quindi a Bora di ripartire ma lei, distrutta dal dolore, non ne volle sapere e scoppiò in un pianto così disperato che ogni lacrima che sgorgava dal suo viso si trasformava in pietra. Le lacrime furono talmente tante che il verdeggiante suolo dell’altopiano venne completamente ricoperto da un manto pietroso, mentre dal sangue di Tergesteo nacque il sommaco, che da allora inonda di rosso l’autunno carsico. Alla fine Eolo decise di ripartire e di lasciare Bora sul luogo che aveva visto nascere e morire il suo amore. Allora il mare, impietosito, ricoprì il corpo del povero innamorato di conchiglie, stelle marine e verdi alghe.   
Col tempo su di esso si formò una ridente collina sulla quale sarebbe poi stata fondata una città che, in onore di Tergesteo, sarebbe stata chiamata Tergeste, mutata poi in Trieste. Qui ancor oggi Bora regna sovrana poiché il cielo le ha concesso di rivivere ogni anno tre, cinque o sette giorni di splendido amore: sono i giorni in cui Bora soffia impetuosa, chiara
fra le braccia del suo amore o
scura nell’attesa di incontrarlo.

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Questo testo (già presente da anni in Internet ed in vari libri, con qualche piccola modifica) forse è un’ispirazione di altre leggende in tema antecedenti a questa (p.s.: è solo una mia supposizione, che non è verità). Due leggende, in particolare, risultano molto simili per certi versi; una ci descrive la Bora come una strega che soffia un vento “cattivo”, ed un'altra che parla proprio di una storia d'amore tra Borea e il re degli alberi Tanaris. Insomma, un po' come per la "Mula de Parenzo" (da me già in precedenza trattata su questo stesso blog), che nasce già nel lontanissimo '700, come canto-barcarola popolare dei pescatori di Chioggia, per poi diffondersi oralmente attraverso il popolo istriano che, nel corso dei decenni successivi, aggiunse una strofetta qua e un pezzettino di musica là (come, ad esempio, il Kärntner Liedermarsch). Alla fine, "La mula de Parenzo" è diventata una canzone a sé, ancor oggi molto popolare e cantata ma della quale si sono purtroppo perse le tracce originarie.
Un altro esempio simile lo troviamo pure nel "Capriccio italiano" di Cajkovskij, il quale dopo aver ascoltato (durante un suo soggiorno nel nostro Paese) diversi temi folkloristici italiani, decide di fare un "missiot" del tutto, creando così a sua volta una stupenda composizione musicale che omaggia l'Italia stessa e la sua tradizione melodica, ed è ancor oggi conosciuta e giustamente apprezzata in tutto il mondo.



Comunque, per quante leggende -popolari e d'autore- possano esistere sulla Bora (da me affettuosamente scritta con l’iniziale maiuscola), certo è che questo magico vento ci accompagna da sempre, e noi triestini non possiamo assolutamente farne a meno! Ed è per questo che io ho voluto dedicare un mio piccolo omaggio riportando questo testo (che mi pareva il più romantico), aggiungendovi poi un mio pupolo fumetto (questo sì originale mio), raffigurante la Bora come, per l’appunto, una splendida principessa dai lunghi e scuri capelli, che danza sui moli delle Rive di Trieste accompagnata dal suo stesso soffio che, per Lei, e per Noi Triestini, è autentica Musica!!!!


Alla prossima

    René

venerdì 18 novembre 2016

MOSTRA PERSONALE DEI PUPOLI FUMETTI DI RENE', AL CENTRO CREATIVO DI MARINO STERLE - TRIESTE 2016






Bondì, mularia mata

Allora, oramai ci siamo: domani, sabato 19 novembre, dalle 18:00 alle 20:30 o al massimo 21:00, mi troverete in viale Ippodromo N. 16 (Centro Creativo di Marino Sterle) dove presenzierò all’inaugurazione della mia mostra personale di pupoli-illustrazioni-fumetti dedicati ad una Trieste surreale ed immaginifica.
Tale mostra è ospitata nell’ambito della presentazione del nuovo calendario di Marino Sterle, intitolato Semprebuonvento 2017.

Titolo della mia mostra: Biancaneve, ciol la coriera!
Come scrive il quotidiano online Triesteprima.it (che ringrazio vivamente per la pubblicazione), tale titolo rimanda al fumetto e alla fantasia ma anche a Trieste, con continui riferimenti alla storia della città. Un esempio è la classica coriera anni 80 dellex ACT, che in versione fumettata e fumettosa viene raffigurata come una moderna carrozza fatata con la quale il principe azzurro porta la sua bella Biancaneve verso il Castello Incantato.
Ho voluto raccogliere  nelle mie illustrazioni e nei miei fumetti la rappresentazione di una Trieste surreale, romantica, poetica ed anche un po onirica. Il visitatore potrà quindi immergersi in uno scenario da favola, dove il reale e la quotidianità della città di Trieste si fondono totalmente con mondi fantastici come quello, per l’appunto, di Biancaneve e i sette nani, o atmosfere dal sapore fantasy-pop.
Una delle figure principalmente presenti in tutte le opere esposte sarà quella femminile, poiché la figura della donna, secondo me, possiede una dolcezza ed una grazia espressiva innata, e che da sempre è la musa perfetta per qualsiasi artista.



Sempre secondo me, la stessa Trieste può essere considerata come una stupenda donna dalla bellezza e dallintelligenza senza rivali; una donna senz’altro magnifica ma tormentata, un po scontrosa, eppur sempre affascinante e vitale, anche in mezzo alle più agitate tempeste. Continuo è inoltre il rimando ai favolosi anni 80: gli anni del cosiddetto edonismo reaganiano e della Milano da bere, ma anche lultimo decennio di una Trieste realmente surreale ed effervescente, allora proiettata positivamente verso un possibile futuro costruito sullestrema positività maturata in quello stesso decennio; decennio forse un po eccessivo nella sua estetica, ma assolutamente improntato allottimismo ed alla positività.
Alcune di queste opere, in gran parte inedite, sono direttamente ispirate ad alcuni dei migliori scatti fotografici di Marino Sterle.
 
La mostra prevede al termine della presentazione, un piccolo rinfresco e resterà aperta al pubblico fino al 19 Dicembre 2016.
Bon, se bechemo là doman. Viva!!!!

    René