mercoledì 24 giugno 2015

TRIESTE 1987 - TRIESTE 2015: TANTI AUGURI A "PILADE" LORENZO PILAT !!





Bondì, mularia mata...

Oggi è il 24 giugno, ed è il giorno del compleanno di un Amico di tutti i triestini di ieri, di oggi e sempre: Lorenzo Pilat (in arte “Pilade”, così come veniva soprannominato da Adriano Celentano ai tempi del Clan, nella seconda metà degli anni ‘60)!

Essendo nato il 24 giugno del 1938, oggi Lorenzo compie ben 77 anni.
77 anni, ma non li dimostra!! E non è solo un modo di dire, ma la verità!
Sì, perché recentemente il buon Lorenzo è apparso sugli schermi dell’emittente televisiva locale Telequattro (in occasione di un dibattito sulla musica triestina affrontato nella trasmissione “Ring”, e condotto in studio dal giornalista Marco Stabile), dimostrando di essere ancora in ottima forma. Soprattutto vocale. Ovviamente senza dimenticare di “pizzicare” qui e là, da persona autentica e schietta che dice sempre quello che pensa, senza curarsi tanto del spesso e volentieri ipocrita “politically correct” imposto dai media e, in generale, da una società moderna che dopo qualche figuraccia tenta di darsi un tono. (della serie: fazo anca mi la polemicuza :D)

Lorenzo Pilat, già presente in questo blog, all’interno di alcune mie vignette, ritorna oggi con un altro pupolo; un pupolo-fumetto “vintage”, perché ambientato nell’anno 1987.
Gli anni ’80 erano ancora lontani dalla crisi e dalla tensione sociale attuale. Anni belli e spensierati, dove tutto sembrava andar per il verso giusto. E Lorenzo, allora come oggi, era la “voce” principale di quest’allegra anima cittadina.
Così ho voluto ritrarlo in questo quadretto folkloristico d’epoca, all’interno di una classica osmiza carsica, mentre canta e suona senza pensieri contornato dalla piacevole compagnia di alcune belle ragazze e qualche bicchiere di buon vino.





Qui sotto, invece, un video del 1978… il videoclip della storica canzone dialettate di Pilat intitolata “Co’ la facia de sardon”. Videoclip tratto dal programma “Elvis in arte Pilat”. Buona visione, e a risentirci presto.





  René

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Una cosa di Pilat che non ho mai compreso: fino agli anni 1975-76 il suo nome come Autore di brani pop compariva frequentemente nei dischi di molti cantanti, soprattutto in manifestazioni anche importanti come Sanremo, Canzonissima ecc. Poi è scomparso improvvisamente, salvo arrivare alla sua fase "Folk-Pop" che lo ha portato a sfornare i bei dischi che noi ben conosciamo. Non ho mai capito se questo cambio di direzione nella sua carriera sia stato una sua scelta personale e artistica, oppure se sia successo qualcosa che ha "inceppato" un meccanismo, dopodichè, finita l'era di Conti-Pilat-Pace-Panzeri è irrimediabilmente terminata -temo per sempre- l'epoca della canzone italiana melodica e popolare. Roberto Salvetti

René ha detto...

Ciao, Roberto. Più che altro, verso la metà degli anni '70 la musica melodica era andata un po' a farsi benedire, nel senso che la scena, allora, era tutta puntata o sui cantautori o sui gruppi pop sinfonici.
Pilat continuò comunque a fare l'autore seppur in tono minore. Inoltre, continuò a sfornare alcuni 45 giri per il mercato italiano. Incise anche un LP di cover di vecchi successi americani e inglesi degli anni '60 e '70, ma rivisitati in chiave progressive assieme al gruppo "La Quinta Strada". Il folkrock triestino, invece, ce l'aveva sempre nel sangue. Ma la pubblicazione del suo primo disco in dialetto triestino avvenne quasi per caso, su consiglio di Vittorio Salvetti, storico Patron del Festivalbar. Salvetti aveva intuito che Pilat poteva rendere benissimo nel repertorio folkloristico, così consigliò allo stesso Pilat di provare a incidere qualcosa di tale genere. Il primo disco triestino venne pubblicato su scala nazionale, etichetta CBS Sugar, e venne presentato in pompa magna al Circolo della Stampa di Milano, alla presenza di grandi personaggi dello sport e della cultura, come Cesare Maldini, Gianni Rivera, il regista Ermanno Olmi, ec.. Pilat si esibì poi anche dal vivo con un miniconcerto, assieme al gruppo "La Quinta Strada". Risultato? Il disco non vendette nulla a livello nazionale (forse il pubblico italiano non era abituato a sonorità dialettali mitteleuropee e, in generale, del nord, preferendo i più caldi e conosciuti ritmi mediterranei), però a livello locale (a Trieste) fu un successo senza precedenti. Da lì iniziò per Pilat una "seconda vita" artistica, tutta tesa a riscoprire e valorizzare il repertorio folkloristico locale, aggiornandolo con moderne sonorità rock ed aggiungendo composizioni proprie, sempre in dialetto, che sono entrate di diritto nel folklore musicale triestino (come il brano "El Finanzier", ad esempio). Da allora, Pilat è stato ed è tuttora il protagonista di sagre, feste di piazza et similia, portando tanta allegria e simpatia con i suoi pirotecnici concerti. Continuando comunque a frequentare, seppur di rado, l'ambiente musicale nazionale (ogni tanto lo si può vedere in qualche programma, anche della RAI).

Un salutone, e grazie per il commento

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