domenica 3 marzo 2013

LEZIONI DE TRIESTIN 2... LA COGOMA, GASTON E LA BORA !

Bondì, mularia mata...

Eco n'altra lezion de triestin patoc', ma 'ssai patoc'... con Paolin Paperin (papero triestin) e Gaston Paperan !!...

Soto el mio pupolo - vigneta, trovè la traduzion in italic language con, tra parentesi, i termini più "oscuri"...



Traduzion in italian (pe' i italiani, ovviamente, e po anca pe' i bardi, i occitani, i australici, i australopitechi, i cervocerverceteri, ecceteri ecceteri ecceteri... ) :




"Adesso come si farà ? Non appena verrà freddo (zima) a più non posso (a capei), con questa caffettiera (cogoma) che si è bloccata e, fuori dalla finestra, mio cugino Gastone che mi prende in giro, facendo il cogli*ncello (coiombaro) come un povero scemo (basuàl)... probabilmente staremo seduti su un grosso copricapo di stoffa (klabùk) a prender freddo (bater broche), con la bora che dal Carso si calerà (calumarà) a biondodio, spingendo contro i cardini (bartuele) tante refolade (colpi di vento) ghiacciate per bene !

Bisognerà appoggiare la bottiglietta ripiena d'acqua calda (pozar el pluzèr) sopra le coperte, e, subito dopo, sparecchiare la tavola (disbratàr la tola) e spegnere (distudàr) la luce.

Le imposte (i scuri) della finestra ben chiusi, per carità, che entra il freddo con gli spifferi. Fuori verrà un mucchio di nebbia (caligo), credo (mi calcolo).
Bisognerà usare assai sale da spandere sul poggiolo, sua madre ellenica !"


     René

3 commenti:

Fiore ha detto...

René,xe tropo bei sti "fumeti" e anca perché,cussì imparo zerte parole in triestin che no savevo e/o no me ricordavo

traduzione in italiano: René,son troppo belli questi fumetti e anche perché,così imparo certe parole in triestino che non conoscevo e/o non ricordavo

René ha detto...

Tenkiù, Fiore ! :)

Traduzione dall'anglopatoco: Grazie, Fiore ! :)

René ha detto...

Sì, xe sopratuto un triestin 'ssai poco doprado, ma proprio per quel xe bel... perché, anca tramite ste vignete scherzose in stile disneyan, sembra che sia na "neolingua"... na roba un po' strampalada... un lessico famigliar, come diseva i grandi scritori-giornalisti triestini Lino Carpinteri e Mariano Faraguna, autori essi stessi de un linguagio "novo", cioè dialeti vari de Trieste e dela vizina Istria, missiadi con parole fonetiche adiritura inventade de lori do'... parlo oviamente del ciclo de libri dele Maldobrie, che molti triestini conossi.

Un ri-scoprir, simpaticamente, qualche parola sconossuda e/o no più doprada, che sicuramente servi a mantignir intata la nostra storia, el nostro "folklore". Folklore deriva del suono fonetico dela parola VOLK, che vol dir POPOLO. E difati el folklor xe el nostro "IO", la nostra storia, la nostra cultura, perché parla de specificità nostre. Parla de un qualcossa de vissudo, quindi da conservar, un po' come le poesie e le canzonete dialetali.
Quela che in gergo i ciama "identità culturale", per saver chi semo, de dove vignimo e dove andemo.

Bon, la go fata longa come al solito.

Grazie ancora, un saludon

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