giovedì 21 febbraio 2013

IL GRILLO SPARLAZZANTE PROVA A CURARE LA COLOMBOFOBIA DI SAB !



Bondì, mularia mata...

Qualcuno si ricorda della mia amica Sab ?

Ne parlai qui: FRACHE' QUA PER CAPISSAR DE COSSA STAGO DISENDO 

Ebbene, la mitica Sab non è ancora guarita dalla sua "colombofobia", anzi...

Così è giunta l'ora che sia la sua stessa coscienza ad indicarle la giusta strada per ritrovare la serenità perduta, innanzi ai comunissimi pennuti che, da anni anorum, svulazzan imperterriti sopra le nostre teste...

... e la coscienza di Sab si incarna nel noto Grillo Sparlazzante, ovvero il Jiminy Cricket di "Pinocchio" !!!!

Il Grillo Sparlazzante, come tutti ben sanno (?), non è toscano, nonostante sia stato reso celebre grazie allo scrittore fiorentino Carlo Lorenzini (detto "Collodi"), che nel 1881 scrisse l'altrettanto celebre romanzo "Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino" ("casualmente" il 1881 è anche lo stesso anno di fondazione del quotidiano "Il Piccolo" di Trieste,  fondato e diretto da Teodoro Mayer), no ! Egli è triestinissimo (!!), ed ancor oggi vive e lotta con noi ! 

E già una volta il nostro grillo patoco dispendiò un consiglio nientepopodimenoché al noto musicista olandese André Rieu: FRACHE' QUA

Quindi,  solo lui poteva farsi carico della coscienza di Sab, per tentare di riportarla sulla retta via.

Gli schiocchi di frusta del possente Gallenius, domatore del "Circo delle Meraviglie Triestine", lanciano roboanti saette nell'aria...

  DOMATORE GALLENIUS: 

"O Grillo, Grillo Sparlazzante,
tu che ne sai tante,
tu che dispendi consigli a bonavia,
parlaci di Sab e della sua colomb-fobia
e di come tu, attraverso la voce coscienziosa della coscienza
potrai risolver l'arcana paura del pennuto svolazzante, noto anche come cacciabombardiere lanciaguano a tradimento ... "

 RISPOSTA DEL GRILLO SPARLAZZANTE (sull'aria delle strofe de "El Tram de Opcina"):

 "E anca la Sabrina la xe nata disgrazià
la ga ciapà el terore del colombo che xe qua... CRI-CRI !!
Bona de Dio, che desso qua son mi
ghe contarò che bel xe un colombo visavì !!!"

Qui sottostante e sottodistante, il mio pupolo raffigurante la Sab colombofobizzata, mentre segue i consigli della sua coscienza, ovvero il Grillo Sparlazzante:

   

 Riuscirà il nostro piccolo eroe a curare la colombofobia della Sab ?

Ai poster l'ardua e colombica sentenza...

Ala prossima


    René 

martedì 19 febbraio 2013

SIOR POPEL - STORIA DI UN GRANDE BENEFATTORE TRIESTINO






Bondì, mularia mata…

Oggi vi parlo di Giuseppe Poppel (poi divenuto Giuseppe Von Poppel), dai triestini conosciuto come “sior Popel”.

“Sior Popel” era un commerciante di origine tedesca. Nel 1852, assieme alla moglie, aveva aperto in Corso un negozio di giocattoli e lane da ricamo.
Il suo negozio, allora, era l’unico di questo genere, così gli affari cominciarono a crescere sempre di più, procurandogli in poco tempo un notevolissimo tenore di vita.
Già nel 1866, ormai ricco e benestante, chiuse il suo negozio.

Il Poppel era un tipo già anzianotto, ma molto piacente e distinto, con la sua barbetta bianca e la sua postura elegante e signorile che gli conferivano un grande fascino.
Per questo egli divenne molto popolare.
Ma la vera popolarità del personaggio giunse un paio d’anni più tardi, allorquando “sior Popel” iniziò a recarsi, tutte le domeniche pomeriggio, alla Pia Casa dei Poveri per regalare sempre tanti dolciumi e giocattoli ai piccoli e sfortunati ospiti.
Inoltre, in Piazza Barbacan, subito accanto alla sua casa, aveva allestito una mensa popolare per i poveri del rione.
Sempre in Piazza Barbacan e nei dintorni di Rena Vecia, sior Popel girava per vicoli, piazzette e viuzze, nelle sere antecedenti il periodo di Natale, per regalare, ai bambini poveri del rione, dei sacchi ripieni di giocattoli e frutta.

Qui sotto, un mio pupolo raffigurante la mensa popolare di sior Popel, in Piazzetta Barbacan, nel periodo natalizio:




Sior Popel divenne così popolarissimo in tutta Trieste !
Quando qualcuno spendeva tutti i soldi, le mogli usavano dire ai loro mariti spendaccioni: “E desso? No te ga più un boro… cussì te tocherà ‘ndar a magnar de Popel !!... “

Alcuni adottarono un’altra tipica espressione: “No ‘vemo, sior Popel, paion”.

Questo, perché sior Popel era un benefattore convintissimo e assai generoso. Per un povero c’era sempre un buon pasto caldo ed un letto per dormire al riparo dalle notti più gelide.
Per i bambini, soprattutto nel periodo prenatalizio, c’erano sempre tantissimi giocattoli di buona fattura.
Per ringraziarlo di ciò, nel rione di Rena Vecia le finestre rimanevano accese tutta la notte !

Qui sotto, un mio pupolo raffigurante il Popel mentre, nel periodo natalizio, consegna giocattoli e dolciumi ai bambini poveri di Cittavecchia:




Come detto più sopra, il Popel era pure un tipo molto affascinante. Le cronache popolari ci riportano anche una figura da autentico Don Giovanni, intento a corteggiare continuamente, con successo, giovani e bellissime “mule” triestine. Signorine, ma pure signore sposate.
Tantissime volte il Popel dovette affrontare mariti gelosissimi, rientrati in casa all’improvviso. Ed il più delle volte, il tutto si risolveva in rocambolesche fughe del Popel, a sua volta inseguito dai vari mariti ai quali aveva messo le corna !!!




Come tutti i personaggi popolari, anche “Sior Popel” divenne un vero e proprio punto di riferimento del vasto folklore cittadino. Il popolo non tardò a inserirlo nelle canzonette folkloristiche locali:

“Tuta Rena xe iluminada,
sior Popel, sior Popel passava
e i muli, i muli zigava: No ‘vemo, sior Popel, paion.”

La più celebre s’intitola, per l’appunto, “SIOR POPEL”, e ve la propongo in questo video slide, nell’interpretazione del quintetto triestino “Rosmarin”:




Nel 1878, ormai vecchissimo, sior Popel morì.
Quasi tutta la città di Trieste lo pianse. Tutti volevano tanto bene a Popel.
Un’ultima strofetta popolare celebrò la sua scomparsa, così:

“O Rena Vecia,
i camini no fuma più !
Xe morto sior Popel,
paneti no ‘l porta più !”

La figura di sior Popel resta tuttora popolare, a distanza di ben 135 anni dalla sua dipartita.

Alla prossima…


      René

giovedì 14 febbraio 2013

BLUES ANTIDIURNO








BLUES ANTIDIURNO




Rimembranze ingombre di antiche panze
tra le danze a Danzica
e lo zenzero che zinza
e poi ancora zanza
tra l'opercolo e la stanza.

Giovane baldanza
spalmata di creanza
tra suoni di Mike Sponza
di un blues che fa tendenza...
amori in corso ed in soccorso,
amori sconfitti da cuori troppo aridi e metropolitani... e zumbi, e stumbani
e forse anche un po' zenzeri.

Ora, siediti un attimo... e se vuoi
pranza
sempre in quella stanza...
Non rubar la scienza,
ma imparala a danzarla
con la musica indù inzirlica,
bubbonica e turlonzica
ed in fondo anche un po' zurla.

La la la la la la la lallai la laaaaaaa...

    
   René

martedì 12 febbraio 2013

LA CAVALA ZELANTE - Lorenzo Pilat & Paul Brinigann (Poldo l'alcolizà) live 22 luglio 2001 - TS




Bondì, mularia mata...

Uno dei più celebri pezzi del Maestro Lorenzo Pilat (in arte Pilade), qui eseguito live dallo stesso in duetto con l'artista fantasista, di fama mondiale, Paul Brinigann (nome d'arte di Poldo l'alcolizà). La suddetta esecuzione live è registrata amatorialmente dal sottoscritto, lunedì 22 luglio 2001, nella sagra che si svolgeva nel campo di calcio della U.S. Roianese (grazie al presidente Lorenzo Giorgi ed il suo staff), nel rione di Gretta (Trieste).





I disegni del videoslide, in stile "Disneyan-patoco", sono del sottoscritto René, autore della registrazione bootleg patoca ed Emerito Presidente della Supercogoma Productions di Trieste, con sede a casa mia !






La Supercogoma della foto (in apertura del videoslide) è gentilmente offerta dall'amico collezionista Bruno Pause, che ringrazio sentitamente.


Dichiaro testualmente che durante la registrazione amatoriale di questo live, nessun imbriago è stato maltrattato dalla Supercogoma Productions !




Ecco finalmente il videoslide videoslidezzato:



Ala prossima...

    René

domenica 10 febbraio 2013

AUTUNNI FUTURISTI IN LIBERTA'




AUTUNNI FUTURISTI IN LIBERTA'

Son rime di rame
senza le rane
e nemmeno i felini
melanici e fobici,
bulimici eretici

Son padroni di tanto
ricchi di poco
quando ad ottobre
si sposan le rocce
scrostate dall'oste

Spume marine
marroni castagne
ondose tempeste
e foglie sgraziate
graziando la bora

Autunni mai visti
rivisti teppisti
Schifosi viandanti
influenze pregnanti
e un poco avvilenti

E torno a sognare
l'estate più estiva
statica estatica
sull'isola sola
tra il mare e le rime

   
    René