sabato 21 gennaio 2012

VE PREGO... "ANCORA UN LITRO DE QUEL BON"!

Dicono che ci sia un Dio anche per i bevitori di vino... e quindi anche per loro, a volte, possono spuntare dall'anima e dal cuore delle malinconiche preghiere, sgraziate se si vuole, ma poetiche anch'esse nella loro semplicità. E soprattutto sincere.




Un'immortale ed ancor oggi cantatissima canzone triestina, risalente a quasi cent'anni fa.. Una canzone di stampo popolare che poi, pian pianino, ha iniziato a camminare da sola verso altre regioni (come molte canzoni popolari del triveneto in generale, tramandate oralmente in tutt'Italia), assumendo di volta in volta i cambi dei termini dialettali dei vari luoghi dove essa è passata. Un esempio? La quasi omonima canzone popolare milanese "E SI SUN CIUC PURTEME A CA' ", versione lombarda di "ANCORA UN LITRO DE QUEL BON"!


Qui sotto un mio pupolo, raffigurante l'angolo di mondo (nel pupolo è Piazza Barbacan a Trieste) descritto dalla canzone.




Un mio pupolo-disegno, raffigurante la trattoria "All'Antico Trionfo", che si trovava in Piazza Barbacan (sullo sfondo s'intravede l'Arco di Riccardo) nei primi anni del '900.

Qui di seguito, invece, un mio videoslide tratto da Youtube, contenente un'altra grande interpretazione del nostro Lorenzo Pilat, di questo splendido ed accorato brano popolare triestino. Brano troppo spesso etichettato frettolosamente ed ingiustamente come una cantata becera da osteria di ultimo grado. Ma anche in fondo ad una bettola dimenticata, come detto più sopra, si possono trovare un'anima ed un cuore pulsanti, vivi e veri!



Un saludo, mularia mata, ala prossima...

   René

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