domenica 4 dicembre 2011

TRIESTE: LETTERINA A SAN NICOLO' !

A Trieste abbiamo un "Babbo Natale" tutto nostro... San Nicolo'!

Tradizione patoca (nordica, in generale) derivante da San Nicola, il quale fu vescovo di Myra, antica cittadina che sorgeva nella Licia. Per la cronaca, la Licia è una zona sita nell'attuale Turchia, e non la Licia di "Kiss Me Licia" (anche perché non me lo vedo S.Nicolò con l'agghiacciante ciuffo ossigenato del Mirko dei Bee-Hive). 

Qui sotto, un mio pupolo raffigurante San Nicolò, mentre, assieme al suo fido servitore Pietro il nero, s'accinge a raggiungere dal Carso la città di Trieste, per consegnare dolcetti e regali a tutti i bambini triestini (e per l'ennesima volta vi invito a cliccare sopra il disegno per vederlo in dimensioni originali, poiché, come al solito, ho dovuto ridurlo un po' per farlo stare nella colonna del blog):



Una nota filastrocca triestina recita così:

San Nicolò de Bari
la festa dei scolari
se i scolari no fa festa
i ghe taierà la testa!

Dell'origine di San Nicolò, e più precisamente di quella di Babbo Natale (anch'esso strettamente correlato al San Nicola storico), ne parlerò meglio fra poco più di una settimana... anzi, ve lo spiegherà lo stesso Babbo Natale in persona (?!!), di cui il sottoscritto è da anni un caro amico nonché personale ufficio stampa (???!!!!)

Ciancio alle bande, iniziamo con il succo di questo post: la famosa "letterina a San Nicolò".

P.s.: Essendo San Nicolò un triestino d'adozione, scriverò la letterina in dialetto triestino. Poi, poco più sotto potrete leggere anche la versione in italic language, tradotta fedelmente.

Bene, ecco la mia personale letterina a San Nicolò. Naturalmente sono arcisicurissimo che m'accontenterà.

LETERINA DE RENE' A SAN NICOLO'

Caro el mio muss de San Nicolò, o Sint Niklaas, o come cavolo te se ciami

Mi son René, quel muleto schizà che co' iera picio el vigniva ciamado Renatin, anca se ghe stava 'ssai sule bale (de Nadal, intendo).
Per tuto l'ano corente mi son stado zito e bon. No go roto 'ssai le bale ala gente, no go roto ai mii, no go roto ala mia gata e no go roto el vaso de fiori sul'armeron.
Dito questo, mi te domando, oltre ai bomboni che xe boni e le fave triestine in stile "Viva l'A", anca i soliti regali che ti, de ani anorum te me li porti, sì, ma sempre sbaiadi.
Do' ani fa te gavevo chiesto in regalo un yacht (che se pronuncia JOT, ma no xe na jota refada de n'american)... inveze ti, pimpinela che no te son altro, te me ga portado na pilotina zogatolo (che tra l'altro nianca la galegia in vasca de bagno, su mare grega).
Po', l'ano scorso te gavevo chiesto un Ferarin Testarossa... te me lo ga portado, sì, ma el modelin-zogatolo dela BBurago (e anca del carbon perché mi per el Ferarin sbaiado te go mandà in mona de quela beca de tu sorela).

Per cui sto ano te domando na roba semplice e sgaia: un bel po' de fliche! Sa, xe crisi e un bel po' de fliche fa sempre comodo. Po', viste le capelade dei ani scorsi, tanto val che te domando solo el patuss per comprarme de solo el Ferarin e lo Yacht.

Te aviso, però: se te me porti le fliche de ciculata, el prossimo ano te spetarò tuta la note vizin dela finestra (perché ti te se cali dela finestra, al contrario de tu fradel magior Babo Nadal, che inveze el se caluma zò pel camineto).. e pena te riverà, te se becherà tanti de quei piadoni in tel daur che te zigherai del dolor fin a Pasqueta! Omo avisado, mezo copado!!!

Bon, te lasso che desso go de 'ndar a magnar un bon ribon.

Adio mulo!!!

   René
**************

Qui di seguito, invece, pubblico la mia letterina in italiano.

LETTERINA DI RENE' A SAN NICOLO'

Carissimo, dolce San Nicolò, o Sint Niklaas, o come ti chiami realmente

Io sono René, quel giovanotto matto che quando era più piccolino veniva chiamato con l'affettuoso diminutivo "Renatino", anche se al sottoscritto tale forzatura pesava non poco.
Durante questo intenso 2011 sono stato corretto e diligente. Ho cercato di essere il più possibile comprensivo con la gente, con i miei cari, e persino con la mia adorata gatta. Sono stato ben attento a non combinare danni casalinghi, nonostante sia un po' imbranato.
Detto ciò, io ti chiedo gentilmente, oltre ai buonissimi dolcetti delle festività natalizie, compresi quelli giuliani tipici della nostra tradizione mitteleuropea, anche i soliti regalini che tu da anni consegni, ma purtroppo confondendo spesso e volentieri le mie richieste.
L'anno scorso ti avevo richiesto un modesto cabinato. Non una tamarrata gigantesca modello cafonal, no. Soltanto un piccolo e modesto veliero per poter felicemente solcare l'azzurro mare di Trieste.
Tu, invece, mi portasti una piccola barchetta giocattolo, peraltro difettosa. Ma, sicuramente, il tuo sarà stato uno sbaglio in buona fede.
Successivamente, l'anno seguente, ti domandai una Ferrari Testarossa. Me la portasti, come no... peccato che mi portasti, però, il modellino della stessa.
Non solo... mi mandasti pure, poco dopo, del carbone, solo perché dopo aver trovato il modellino della Ferrari, ti avevo ripreso un po', mandandoti ad imparare un poco di "quel che se ciama" da quella santa donna che è tua sorella.
Insomma, ancora una volta mi avevi deluso profondamente, iniziando ad insinuare in me il dubbio atroce sulla tua reale esistenza (ho 33 anni... vergognati, S.Nicolò! Non si fanno soffrire così i trentenni triestini cresciuti a pane, Capitan Harlock e Lady Oscar, facendo pensar loro, anche solo per un istante, che San Nicolò in realtà non esista).

Quest'anno, quindi, ti domando un regalino semplice semplice e molto scaltro: un bel po' di soldini. Valuta in Euro.
Sai, S.Nicolò, in giro c'è un bel po' di crisi, quindi un piccolo ma onesto contributo da parte tua sarebbe ben gradito. Anche perché così potrò comprare io stesso tutti quei regali che ti avevo chiesto, per evitare una volta per tutte banalissimi, seppur fastidiosi, errori di comprensione.

Mi raccomando, però: niente monetine di cioccolata!
Altrimenti, il prossimo anno ti aspetterò tutta la notte tra il 5 ed il 6 dicembre, e non appena arriverai a casuccia mia dovrai sorbirti una ramanzina che nemmeno t'immagini, e che durerà dal 6 dicembre 2011 sino al Lunedi' dell'Angelo del 2012! Io ti ho avvisato... poi, vedi un po' tu come regolarti, carissimo.

Adesso ti debbo lasciare... è pronta la cena ed in tavola è servito un buonissimo pagello.

A presto, carissimo San Nicolò!!!

    René

6 commenti:

Nona ha detto...

Ciao "Renatin"! cocola la tua leterina de bimbo terribile! Però una roba me domando....Una volta mi savevo che i regali de Nadal li portava el nipote de San Nicolò, Gesù Bambin.El xe cressù cussì tanto de diventar Babbo Natale?O el xe andà in America e la i ghe ga da qualche medicina per far cresser in furia? Tre me sa dir ti?
Ciaooo tua
Nona

René ha detto...

Ciao, Nona!
Xe tante tradizioni de portatori de doni... me sa che Gesù Bambin, co' el xe cressù ga dovesto far altre robe, alora ghe ga da un po' de trapa a S.Nicolò (per darghe coragio), e ghe ga dito la frase magica: "fa ti, per favor, che mi go de far!" :D

Fiorlla ha detto...

Tranquillo Renè, ho avuto la soffiata da persona vicina a San Nicolò che non saranno monetine di cioccolato, ma tanti tanti Euro originali Monopoly!!!! :)

René ha detto...

Wow, Fiorella... son contento della notizia... vuol dire che saranno autentici Euro (Le banconote in Euro sembrano proprio quelle del Monopoly!)... =D

Un saluto

Anonimo ha detto...

Sandi:

San Nicolò iera in rovina per la svalutaziòn de la Corona, i venditori de zogatoli voleva lire, i ghe le cambiava per un bianco e un nero.

Dignitoso, el iera andà in Austria.

El 6 gennaio del 1919, pochissimi fioi gaveva ciapà i regali. Perchè la Befana iera analfabeta, essendo 'taliana. E no la saveva legger i indirizzi de le strade. Cussì, i mulèti gaveva scritto:

"Caro San Nicolò, noi siamo sempre buonissimi.

Ma qui non arriva niente, nè il 6 dicembre, nè il 6 gennaio. I nostri papaci che lavorano in Comune con il cognome sbagliato, non hanno ancora preso il primo stipendio in lire. Gli altri non hanno lavoro e non possiamo comprare nulla, le mamme vanno con le gamèle a prendere la pastasuta dai soldati.

Con gli inglesi, 'mericani e franzesi, non ci sono problemi. Ma con quelli 'taliani devono stare attente, perchè se doprano per sbaglio la gamella K.u.K. di papaci, possiamo finire in Sardegna.

Noi andremmo volentieri in Sardegna, a trovare zio Doro che è sempre lì prigioniero, ma ci scrive che almeno si mangia e che è pieno di triestini. Compresi quelli che in Russia cambiarono prigionia, sono ancora tutti lì e sembra che finiranno nell'elenco dei "Volontari Giuliani".

Se ritorni a Trieste stai attento, hanno cambiato i nomi di tutte le strade, caso mai domanda. Ieri sono arrivate 3 navi.

Speravamo che ci fosse da mangiare ma in due navi c'erano solo 'taliani che vengono a vivere qui, nella terza nave c'erano solo cassette de la posta, perchè stanno togliendo tutte le nostre belle cassette gialle".

San Nicolò commosso, el se iera rivolto al Presidente Wilson, che ghe gaveva scritto a Sonnino. Questo ghe gaveva risposto:

"D'accordo, noi ritiriamo la Befana, ma voi dateci Fiume".

Risposta de Wilson:

"Ci penserò. Colgo l'occasione per informarti che avrei intenzione di aumentare il tasso di sconto ai vosti debiti dei guerra e che pensavo di applicarvi penali, per gli aiuti alimentari per la Mitteleuropa che muore di fame, e che voi bloccate nei vostri porti."


Risposta de Sonnino:

"Mi metti in una posizione difficile: i fratelli massoni sono fortemente contrari che un Santo della Chiesa Cattolica ed Ortodossa porti i regali ai bambini.

Ma accettiamo il principio dell'Autodeterminazione dei Bambini (fai attenzione, non quello dei Popoli perchè altrimenti perderemmo tutto). D'ora in poi, la Befana porterà i regali ai bambini regnicoli di Trieste, San Nicolò è libero di circolare a suo piacimento, anche senza documenti. Però dovrà aggiungere qualcosa di verde alla sua divisa rossa e bianca."

San Nicolò gaveva fatto rapporto ai suoi superiori, che i ghe gaveva ditto:

"Dopo tutto quello che hanno combinato? Dopo 1 milione e centomila morti ed avere rifiutato tutte le proposte di pace? Dopo avere attaccato ed imprigionato il Papa, dopo che il numero due della loro massoneria Giosuè Carducci ha scritto l'Ode a Satana? Lasciateci soli che ci pensiamo."

Dopo 5 minuti, iniziò a piovere sull'Italia. Piovve per giorni e giorni, i fiumi straripavano, le campagne si allagavano, i raccolti si perdevano, il disastro aumentava.

Sonnino capì l'antifona e scrisse a Wilson che andava bene il San Nicolò tradizionale, rosso-bianco. Non solo a Trieste ma anche a Trento e Bolzano.

Fu così che San Nicolò tornò a Trieste.

Poco dopo la Befana si iscrisse al Partito Nazionale Fascista ma questo è un'altro discorso.

Le alluvioni in Italia non cessarono del tutto, continuano ancora oggi come monito, perchè San Nicolò perdona ma non dimentica.

René ha detto...

Ueeeee, ciao Sandi (sei Sandi Stark, vero?)

Un saludo e grazie per el comento

Posta un commento

Accetto tutti i commenti di tutti i visitatori. Richiedo solo un po' di sana "etichetta": niente volgarità gratuite, niente insulti, niente polemiche e/o insulti a sfondo politico/religioso/razziale.
Inoltre, devo approvare i commenti prima della pubblicazione sul blog, solo per evitare spam e troll.
Infine, in questo blog non sono graditi commenti anonimi, provocatori oppure offensivi. Esiste la libertà di opinione e critica alle tesi espresse ma la si esercita firmandosi (va bene anche un nick) e, come già detto poc'anzi, con educazione.